Golpe giuridico-parlamentare: farsa o tragedia

L’euforia dei golpisti che, con forzature giuridiche, hanno allontanato dal potere una presidentessa eletta a norma di legge, è durata poche settimane. Ora che si conoscono i magheggi appare chiara la farsa trasformata in tragedia nazionale. Occupano la scena un presidente illegittimo, idee rare e deboli, un gran numero di ministri e parlamentari, denunziati dalla Lava-jato, tentano di proporre con la maggior celerità possibile una raffica di progetti chiaramente anti-popolo a anti-nazione. Hanno la pretesa di portare a compimento il loro progetto di adesione illimitata e ora – nell’era di Trump, svergognata – alla logica dell’Impero, che tenta di appiattirci sui suoi interessi geopolitici.

La tragedia della nostra storia, che si ripete di tanto in tanto, è la negazione di diritti al popolo, ai poveri, e la diffamazione dei movimenti e dei loro capi carismatici. Sempre irrompono sula scena politica, le vecchie élites, eredi della Casa Grande, per cospirare contro di loro, criminalizzare i movimenti, respingere i poveri nelle periferie, da dove mai sarebbero dovuti uscire.

Davanti a tutti questi, le oligarchie e, in generale, i conservatori e perfino reazionari si sono dimostrati perversi, appoggiati da una stampa senza legami con la verità, visto che distorce e mente.

La classe dominante si irrita oltre modo per aver tollerato un operaio come Presidente, Luiz Inacio Lula da Silva, uomo estremamente intelligente, molto più che la maggioranza di loro, con una leadership carismatica che impressionò il mondo intero. Ha operato più trasformazioni il suo governo, che non loro, anche se sono rimasti al potere più a lungo. Con lui il popolo si è ritrovato al centro e lo considera il maggior presidente mai avuto. Spesso si sente qua e là dalle loro bocche: “E’stato un presidente che sempre ha pensato a noi, poveri e che ha fatto politiche sociali che hanno migliorato la nostra vita e ci hanno restituito dignità”.

Le nostre diseguaglianze sono tra le maggiori del mondo. Jessé Souza, Presidente dell’IPEA, ha rivelato recentemente che il top della piramide sociale brasiliana è formato da circa 71 mila miliardari, che godono esenzioni di imposte su guadagni e dividendi, mentre i lavoratori sono penalizzati. Per questo c’è crisi nella Previdenza la cui proposta di soluzione è così disumana che molti non potranno mai andare in pensione. Secondo il Sindacato Nazionale dei Procuratori del Ministero delle Finanze, $ 500 miliardi di reais sono stati inguattati soprattutto da grandi imprese nel 2016. Perché i Governatori non danno la caccia a questo denaro per ripianare i conti della Previdenza? Perché sono vigliacchi e hanno ceduto alle pressioni dei potenti e dei padroni dei media, anche loro corrotti?

Questi tycoon non negano la democrazia, perché sarebbe troppa sfacciataggine. Ma vogliono una democrazia a bassa intensità, un Brasile per pochi e uno Stato non di diritto, ma di privilegio. Occupano le apparecchiature dello Stato per poter arricchirsi più facilmente. Quasi tutti i politici, con rare eccezioni fanno intrallazzi.

Al contrario, ci sono gruppi progressisti che hanno avuto visibilità nel PT e nei suoi alleati, nonostante che molti di loro siano stati toccati dalla corruzione, postulano un Brasile per tutti, autonomo, con proprio progetto nazionale che riscatti la moltitudine dei diseredati con politiche sociali consistenti, tappe di una completa emancipazione.

Tutti quelli che hanno invaso le strade contro la Dilma, facendo politica al suon di pentole, vanno in giro come zombies perplessi e vergognosi per la politica anti-popolo e rinunciataria che è in corso d’impianto.

Ci sono settori della giustizia, che di solito volgono le spalle al popolo e che hanno approvato il golpe, facendo finta di non vedere quei corrotti che avevano preparato e realizzato il golpe, unica forma per agguantare il potere centrale, impresa che non gli era riuscita attraverso il voto. Penso all’MDB, partito pretenzioso, la cui base sociale è la classe media-conservatrice e intellettuali affini ai sistema mondo, con mentalità colonialista.

Costoro hanno rinnovato la tragedia politica brasiliana, com’era avvenuto con Vargas e con Jango, situazione culminata nella dittatura militare. Ora, invece dei carri armati e delle baionette hanno funzionato i magheggi parlamentari e con una giurisprudenza spericolata, a tratti isterica, per allontanare la presidentessa Dilma Yousseff. Il grande analista di politica internazionale, Moniz Bandeira, ci ha avvertiti della presenza di organi di sicurezza degli USA, nel montaggio e nella realizzazione del golpe in Brasile come avevano fatto prima in Honduras, poi nel Paraguay e in Brasile. Si tratta di controllare la 7° economia del globo, per indebolire il BRIC di cui il Brasile fa parte.

Ma non trionferanno. Il popolo si è svegliato e mantiene viva la speranza che forgerà la ricostruzione del Brasile.

*Leonardo Boff, scrittore, columnist del JB on line

Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato

Publicidade

El golpe jurídico-parlamentario: farsa y tragedia

La euforia de los golpistas que quitaron del poder a una presidenta legítimamente electa retorciendo argumentos jurídicos, terminó en pocas semanas. Ahora que se conoce la trama, se nota la farsa, que se ha transformado en tragedia nacional. Ocupan la escena un presidente ilegítimo, débil y de pocas luces, gran número de ministros y parlamentarios denunciados por la operación Lava-Jato, que intentan proponer con la mayor celeridad posible proyectos claramente anti-pueblo y anti-nación. Pretenden llevar hasta el fin su proyecto de adhesión irrestricta, y ahora con Trump vergonzosa, a la lógica del Imperio que busca alinearnos con sus intereses geopolíticos.

La tragedia de nuestra historia, que se repite cada cierto tiempo, es la negación de sus derechos al pueblo, a los pobres, la difamación de sus movimientos y de sus líderes carismáticos. Las viejas élites, herederas de la Casa Grande, irrumpen siempre en el escenario político para conspirar contra ellos, criminalizar sus movimientos, empujar a los pobres hacia las periferias de donde nunca deberían haber salido.

Frente a todos ellos, las oligarquías y en general los conservadores y hasta los reaccionarios, se muestran perversos, apoyados por una prensa malvada y sin vínculo con la verdad, pues deforma y miente.

La clase dominante se irrita sobremanera por haber permitido llegar a presidente a un trabajador, Luiz Inácio Lula da Silva, extremadamente inteligente, mucho más que la mayoría de ellos, con un liderazgo carismático que impresionó a todo el mundo. Su gobierno hizo más transformaciones que ellos, aunque detentaron el poder mucho más tiempo.
El pueblo con él ganó centralidad y lo considera el mayor presidente que ha tenido este país. Con frecuencia se les oye decir: «fue un presidente que pensó siempre en nosotros, los pobres, que hizo políticas sociales que mejoraron nuestras vidas y nos devolvieron la dignidad».

Nuestra desigualdad es una de las mayores del mundo. Jessé Souza, expresidente del IPEA, reveló recientemente que la punta de la pirámide social brasilera está compuesta por cerca de 71 mil multimillonarios, beneficiados con exenciones de impuestos sobre ganancias y dividendos, mientras que los trabajadores son penalizados. Por eso hay crisis en la Seguridad Social cuya solución propuesta es tan inhumana que muchos jamas podrán jubilarse. Según el Sindicato Nacional de los Procuradores de Hacienda, en 2016 han sido evadidos 500 mil millones de reales, especialmente por las grandes empresas. ¿Por qué los gobernantes no corren tras ese dinero para cuadrar las cuentas de la Seguridad Social? ¿Por qué se acobardan ante la presión de los poderosos y de los dueños de los grandes medios de comunicación, corrompidos también ellos?

Estos adinerados no niegan la democracia, sería demasiado vergonzoso hacerlo. Pero quieren una democracia de baja intensidad, un Brasil para pocos y un Estado no de derecho sino de privilegio. Ocupan los aparatos del Estado para enriquecerse con más facilidad. Casi todos los políticos, con raras excepciones, están implicados en corrupciones.

Por el contrario, hay grupos progresistas que se consolidaron en el PT y sus aliados, no obstante la contaminación de muchos también por la corrupción, que postulan un Brasil para todos, autónomo, con un proyecto nacional propio que rescata a la multitud de desheredados con políticas sociales consistentes, buscando su completa emancipación.
Todos los que corrían a las calles contra Dilma y hacían caceroladas, andan como zombis, perplejos y avergonzados por la política anti-pueblo y entreguista que está siendo implantada.

Hay sectores de la justicia, geralmente de espaldas al pueblo, que respaldaron el golpe, cerrando los ojos ante los corruptos que prepararon y realizaron el golpe, única forma de arrebatar el poder central que no conseguirían conquistar por el voto. Pienso en el PSDB, partido pretencioso, cuya base social es la clase media conservadora e intelectuales afines al sistema-mundo, con mentalidad neocolonialista.

Estos renovaron la tragedia política brasilera tal como fue con Vargas y con Jango, culminando con la dictadura militar. Ahora en lugar de los tanques y de las bayonetas funcionaron las intrigas parlamentarias, con una jurisprudencia desequilibrada, a veces histérica, para alejar a la presidenta Dilma Rousseff. El gran analista de las políticas internacionales, Moniz Bandeira, nos advirtió de la presencia de los órganos de seguridad de Estados Unidos en el montaje y en la realización del golpe de Brasil, como hicieron antes en Honduras, después en Paraguay y ahora en Brasil. Se trata de controlar a la séptima economía del mundo y debilitar los BRICS, donde está Brasil.

Pero no triunfarán. El pueblo ha despertado y mantiene viva la esperanza que forjará la reconstrucción de Brasil.

*Leonardo Boff es columnista del JB online y escritor.

Traducción de Mª José Gavito Milano

Die Bedrohung der Menschheit durch zerstörerische Kriege

In Brasilien haben wir es mit einer großen sozialen Gewalt zu tun und einer der höchsten Ermordungsraten der Welt. Wir haben keinen Frieden, da es so viel Wut, Hass, Diskriminierung und eine perverse soziale Ungleichheit gibt.

Dennoch befinden wir uns damit am Rand der großen kriegerischen Konflikte, die in 40 Teilen der Welt vor sich gehen. Einige von ihnen sind eine wahre Bedrohung für die Zukunft der Menschheit. Wir erleben einen Kalten Krieg zwischen den USA, China und Russland. Und ein neues Wettrüsten hat begonnen, sei es in Russland oder in den Vereinigten Staaten mit Trump, um noch stärkere nukleare Waffen zu produzieren, als könnten die bisherigen nicht schon alles Leben auf dem Planeten zerstören.

Am schlimmsten ist, dass die hegemoniale Gewalt USA sich in einen Terrorstaat verwandelt hat, der als eine Art Auslandspolizei einen erbarmungslosen Krieg gegen alle Arten des Terrorismus führt: er fällt in Länder des Mittleren Ostens ein und zu Hause jagt er Einwanderer ohne gültige Papiere, nimmt Verdächtige fest ohne deren Grundrechte zu respektieren als Konsequenz des „Patriot Act“ eingeführt von George Bush Jr., der es ermöglicht, die Habeas-Corpus-Garantie aufzuheben, was Barack Obama hatte abschaffen wollen, es aber doch nicht tat.

Franziskus, der Bischof von Rom, sagte auf seinem Rückweg aus Polen am 12. Juli 2016 im Flugzeug: „Dies ist ein Interessenkrieg, ein Krieg für Geld, für Bodenschätze, ein Krieg, um das Volk zu beherrschen: Das ist der Krieg. Man könnte denken, ich spräche über Religionskriege. Nein. Religionen wollen Frieden. Andere wollen Krieg. Verstanden?“ Dies ist eine direkte Kritik an der aktuellen Weltordnung grenzenloser Anhäufung von Reichtum, die Krieg gegen die Erde und Ausbeutung schwächerer Völker bedeutet. Alle sprechen von Freiheit, doch ohne weltweite soziale Gerechtigkeit. Ironischerweise könnte man sagen: Dies ist die Freiheit von freien Füchsen in einem Stall freier Hühner.

Kommentatoren der aktuellen Weltlage, die nicht in unserer Presse zitiert werden, sprechen von der realen Gefahr eines Atomkriegs zwischen Russland und den Vereinigten Staaten oder zwischen China und den Vereinigten Staaten.

Trump ist, dem französischen Intellektuellen Bernard-Henri Lévy zufolge (O Globo 3/5/2016): „eine Katastrophe für die Vereinigten Staaten und für die Welt. Und er ist auch eine Bedrohung.“ Dieselbe Zeitung sagt über Putin: „Er ist eine ausdrückliche Bedrohung. Wir wissen, dass Putin Europa destabilisieren und die Krisen der Demokratien verstärken will, und er unterstützt und finanziert alle politischen Parteien der extremen Rechten. Wir wissen auch, dass überall, wo es Kämpfe zwischen Barbarei und Zivilisation gibt, wie in Syrien und in der Ukraine, Putin auf der falschen Seite steht. Er ist eine wahre und große Bedrohung.“

Moniz Sodres wunderbarem Buch „World Disorder“ zufolge möchte Putin Rache nehmen für die Demütigung seines Landes durch den Westen und die Vereinigten Staaten am Ende des Kalten Krieges. Er nährt ganz klar expansionistische Vorwände, nicht im Sinne von Wiederherstellung der alten UdSSR, sondern der Wiederherstellung der Grenzen des historischen Russlands. Das Risiko einer atomaren Konfrontation mit dem Westen wird dabei nicht ausgeschlossen.

Wir verlieren die Warnungen der großen Persönlichkeiten des vergangenen Jahrhunderts aus dem Blick, wie die von Bertrand Russell und Albert Einstein vom 10. Juli 1955, denen sich einige Tage später, am 15. Juli 1955 achtzehn weitere Nobelpreisträger anschlossen, u. a. Otto Hahn und Werner Heisenberg, wo es heißt: „Wir sehen voll Schrecken, dass diese Art von nuklearer Wissenschaft der Menschheit die Instrumente für ihre eigene Zerstörung in die Hände legte.“ Dasselbe bekräftigten mehrere Nobelpreisträger in Rio92.

Damals hielt man die Lage für ernst, heute ist sie bereits dramatisch, da es neben atomaren Waffen nun auch chemische und biologische Waffen zur Dezimierung der menschlichen Spezies gibt.

Manche Analysten der Weltkonflikte vermuten, dass die nächste Stufe des Terrorismus sich nicht mehr mit Bomben und Selbstmordattentaten abgeben wird, sondern mit chemischen und biologischen Waffen, u. a. solchen, die Gaddafi hinterlassen hat.

An der Wurzel dieses gewalttätigen Systems liegt das westliche Paradigma des Willens zur Macht, d. h. eine Organisationsweise der Gesellschaft und des Verhältnisses zur Natur auf der Grundlage von Macht, Gewalt und Unterwerfung. Dieses Paradigma stellt Konkurrenz über Solidarität. Anstatt die Bürger zu Partnern zu machen, macht dieses Paradigma sie zu Rivalen.

Die Antwort auf dieses Paradigma der Faust ist die ausgestreckte Hand als ein Bündnis, um das Leben zu retten. Anstelle von Machtherrschaft sollte Achtsamkeit vorherrschen. Sie gehört zur Grundlage des menschlichen Wesens und jeden Lebewesens. Entweder gehen wir diesen Schritt oder wir werden zu Zeugen dramatischer Szenen, der Frucht der Irrationalität und der Arroganz der Staatsoberhäupter und ihrer Scharfmacher.

Leonardo Boff Theologe und Philosoph von der Erdcharta Kommission

 

 

O golpe de classe jurídico-parlamentar como farsa e tragédia

A euforia dos golpistas que tiraram do poder uma presidenta legitimamente eleita com a forçação de argumentos jurídicos, terminou em poucas semanas. Agora que se conhecem as tramoias, nota-se a farsa que se transformou em tragédia nacional. Ocupam a cena, um presidente ilegítimo, fraco e parco de luzes, grande número de ministros e parlamentares denunciados pela Lava-Jato, que tentam propor com a maior celeridade possível, projetos claramente anti-povo e anti-nação. Pretendem levar até o fim o seu projeto de adesão irrestrita e agora sob Trump envergonhada, à logica do Império que busca nos alinhar a seus interesses geopolíticos.

A tragédia de nossa história que se repete de tempos em tempos é a negação de direitos ao povo, aos pobres, é a difamação dos movimentos e de seus líderes carismáticos. Sempre irrompem no cenário político, as velhas elites, herdeiras da Casa Grande para conspirar contra eles, criminalizar suas movimentos, empurrar os pobres para as periferias de onde nunca deveriam ter saído.

Face a todos esses, as oligarquias e, em geral, os conservadores e até reacionários, mostram-se perversos, apoiados por uma imprensa malvada e sem vínculo com a verdade pois distorce e mente.

A classe dominante se irrita sobremaneira por ter permitido um trabalhador tornar-se Presidente, Luiz Inácio Lula da Silva, extremamente inteligente, muito mais que a maioria deles, com uma liderança carismática que impressionou o mundo inteiro. Seu governo fez mais transformações que eles, por todo o tempo que estiveram no poder.

Com Lula o povo ganhou centralidade e o considera o maior presidente que este país já teve. Com frequência se ouve de suas bocas: “foi um presidente que sempre pensou em nós, os pobres, e que fez políticas sociais que melhoraram nossas vidas e que nos devolveram dignidade”.

A nossa desigualdade é uma das maiores do mundo. Jessé Souza, ex-presidente do IPEA revelou recentemente que o topo da pirâmide social brasileira é composta por cerca de mais de 71 mil bilhardários E são beneficiados por isenções de impostos sobre lucros e dividendos, enquanto os trabalhadores são penalizados. Por isso que há crise na Previdência cuja solução proposta é tão desumana que muitos jamais poderão se aposentar.      Segundo o Sindicato Nacional dos Procuradores da Fazenda Nacional, 500 bilhões de reais foram sonegados em 2016 especialmente pelas grandes empresas. Por que os governantes não correm atrás desse dinheiro para fechar as contas da Previdência? Por que se acovardam diante da pressão dos poderosos e dos donos da grandes mídias, também elas corrompidas?      Estes endinheirados não negam a democracia, pois seria vergonhoso demais. Mas querem uma democracia de baixa intensidade, um Brasil para poucos e um Estado não de direito mas de privilégio. Ocupam os aparelhos de Estado para mais facilmente se enriquecerem. Quase todos os políticos, com raras exceções, estão metidos em corrupções.

Ao contrário, há grupos progressistas, inclusive empresários nacionalistas, que ganharam corpo no PT e nos seus aliados, não obstante a contaminação de muitos também pela corrupção, postulam um Brasil para todos, autônomo, com projeto nacional próprio que resgata a multidão dos injustamente deserdados com políticas sociais consistentes, visando a completa emancipação.

Todos aqueles que acorriam às ruas contra a Dilma e batiam panelas, andam como zumbis, perplexos e envergonhados pela política de desmonte e entreguista que está sendo implantada.

Há setores da justiça, geralmente de costas para o povo, que avalizaram o golpe, fechando os olhos para aqueles corruptos que preparam e realizaram o golpe, única forma de arrebatar o poder central que não conseguiriam conquistar pelo voto. Penso no PSDB, partido pretensioso, cuja base social é a classe média conservadora e intelectuais afins ao sistema-mundo, com mentalidade neocolonialista.

Estes renovaram a tragédia política brasileira como foi com Vargas e com Jango, culminando com a ditadura militar. Agora no lugar dos tanques e das baionetas funcionaram as tramoias parlamentares, e com uma jurisprudência capenga, por vezes histérica, para afastar a presidenta Dilma Rousseff. O grande analista das políticas internacionais, Moniz Bandeira, nos advertiu da presença dos órgãos de segurança dos USA na montagem e realização do golpe no Brasil, como fizeram antes em Honduras, depois no Paraguai e agora no Brasil. Trata-se de controlar a 7º economia do mundo e enfraquecer os BRICS onde o Brasil está.

Mas não triunfarão. O povo despertou, mantem viva a esperança que forjará a reconstrução do Brasil.

Leonardo Boff é colunista do JB on line e escritor.Escreveu Como cuidar da Casa Comum,Vozes 2017.