Leonardo Boff
La persona che ci ha governato per quattro anni non era proprio un presidente, ma un ‘capo bastone’ con la sua famiglia, la cui caratteristica principale, utilizzando i social network, era il linguaggio volgare, i comportamenti maleducati, la menzogna come metodo, la volontà di distruggere biografie, la distorsione cosciente della realtà, l’ironia e la disumana soddisfazione per la malattia del presidente Lula e della presidente Dilma, l’omissione cosciente nell’affrontare il coronavirus che ha sacrificato almeno 300 mila persone, il genocidio consenziente degli yanomami, l’acquisizione praticamente illimitata di armi letali, la diffusione dell’odio e della violenza, che hanno generato quello che abbiamo visto ultimamente: qualcuno invade un asilo nido e uccide quattro bambini innocenti e ne lascia altri feriti. Ci sono altri casi di alunni che hanno accoltellato un insegnante e uno studente, un altro che ha ucciso un compagno di classe, e molti altri crimini di questa natura commessi in ambito scolastico, per non parlare della violenza della polizia nelle periferie delle città dove impunemente sono uccisi giovani neri e altri poveri. La gente si uccide per futili motivi come un pezzo di pizza.
L’eredità peggiore e più perversa lasciata dal presidente in fuga e ladro di regali ufficiali, donati da autorità di altri Stati, oltre a innumerevoli altri crimini politici, è stata questa: alimentare l’odio e la violenza dilagante nelle relazioni sociali.
Né piangere né solo lamentarsi, ma cercare di capire: da dove viene la barbara violenza che ha causato tante vittime nel nostro Paese? Guardiamo un po’ la storia: Alfred Weber, fratello di Max Weber, nel suo riassunto di storia universale, ci racconta che dei 3.400 anni di storia documentata, 3.166 furono di guerra. I restanti 234 anni non furono certo di pace, ma di tregua e preparazione per un’altra guerra. Le guerre del secolo scorso, in tutto, hanno ucciso 200 milioni di persone. Come si apprende, la violenza e i suoi derivati sono radicati nella nostra storia. Lui solleva una domanda, espressa nello scambio epistolare tra Albert Einstein e Sigmund Freud il 30 luglio 1932.
Einstein chiede al fondatore della psicoanalisi, Freud: “c’è un modo per liberare gli esseri umani dalla fatalità della guerra… è possibile rendere gli esseri umani più capaci di resistere alla psicosi dell’odio e della distruzione”? Freud risponde realisticamente: “Non c’è speranza di poter sopprimere direttamente l’aggressività degli esseri umani. Tuttavia, si possono seguire percorsi indiretti, rafforzando l’Eros (principio di vita) contro Thanatos (principio di morte). Tutto ciò che genera legami affettivi tra gli esseri umani agisce contro la guerra. Tutto ciò che civilizza gli esseri umani agisce contro la guerra”.
La cultura, la religione, la filosofia, l’etica e l’arte sono sempre state determinanti per frenare o sublimare l’impulso di morte. Ma si sono rivelati insufficienti. Ecco perché comprendiamo la risposta rassegnata di Freud ad Einstein: “affamati, pensiamo al mulino che macina così lentamente che possiamo morire di fame prima di ricevere la farina”.
Nella verità delle cose, i saggi dell’umanità ci hanno fatto capire che siamo esseri ambigui. Nel dialetto religioso sant’Agostino diceva: “siamo simultaneamente Adamo e Cristo”. Lutero non diceva un’altra cosa quando affermava: “siamo simultaneamente giusti e peccatori”. Nei tempi attuali, è un saggio di 103 anni, Edgar Morin, che ci ricorda continuamente: fa parte della condizione umana essere allo stesso tempo sapiens e demens. Questo non è un difetto di creazione, ma la nostra costituzione come esseri umani. In altre parole, siamo esseri portatori della dimensione dell’amore e dell’odio, della luce e dell’ombra, della pulsione di vita e della pulsione di morte, del sim-bolico (che unisce) e del dia-bolico (che disunisce). Noi siamo l’unità dialettica di queste contraddizioni.
L’opzione di base che prendiamo, se l’amore, la luce, la vita o il sim-bolico, fonda la nostra etica umanitaria. Se assumiamo il contrario, stabiliamo un’etica disumana e crudele. Sebbene entrambi i poli coesistano e non possiamo eliminarli né reprimerli, è la centralità che conferiamo a una di queste polarizzazioni che definisce il nostro percorso di vita, vitale o letale, e i nostri comportamenti etici.
Se quello che abbiamo detto è vero, allora è importante essere realistici e sinceri e riconoscere che la violenza che si annida dentro di noi, è esplosa nella sinistra figura del precedente presidente. Egli è riuscito a far emergere nei suoi seguaci la dimensione dell’odio che era in loro e gli ha dato pieno sfogo. Ha usato ogni mezzo possibile, dalla calunnia, alla menzogna, alle fake news, alla violenza verbale attraverso i vari mezzi digitali, alla violenza diretta, minacciando di morte persone e effettivamente ammazzarle.
L’essere umano “troppo umano”, vale a dire la parte oscura e diabolica, ha guadagnato visibilità ed esercizio impune sotto il regime bolsonarista e con i suoi sostenitori.
La cosa più grave del bolsonarismo e del suo ‘capo bastone’ è avere diseducato i giovani, aver promosso il linguaggio rozzo e sgarbato, comportamenti aggressivi, i pregiudizi nei confronti dei più vulnerabili, i poveri, i neri, i quilombolas, gli indigeni, le donne, vittime di innumerevoli femminicidi e persone di altro orientamento sessuale. Tutti costoro sono stati diffamati, perseguitati, stuprati e non pochi assassinati, soprattutto questi ultimi.
Basta con questa storia di orrori vissuta per quattro anni. Ma il popolo ha capito che cosi non si può vivere e convivere. Hanno eletto, per la terza volta, qualcuno, un rappresentante degli strati sociali popolari: Luis Inácio Lula da Silva. Il suo governo si trova di fronte a un compito enorme: ricostruire una nazione devastata nel suo corpo e nel suo spirito. Le radici di questo disumanesimo sono ancora lì e ci saranno sempre, poiché fanno parte della nostra condizione. Ma li teniamo sotto controllo. Il popolo e la nazione optarono per la luce contro l’ombra, per l’amore contro l’odio, per il sim-bolico contro il dia-bolico. Dobbiamo restare sempre vigili, affinché i demoni che (insieme agli angeli) ci abitano, non inondino le coscienze dei bolsonaristi e distruggano sistematicamente ciò che generazioni e generazioni hanno costruito con sudore e sangue. Non passeranno. Come non sono passati altri capi di stato criminali e nemici della vita.
(traduzione dal portoghese di Gianni Alioti)