La teologia del dominio: confutazione di una fallacia

       Leonardo Boff

Si sta discutendo tra gli analisti politici il passaggio, all’interno dei gruppi neo-pentecostali, in gran parte bolsonaristi, dalla teologia della prosperità alla teologia del dominio. Ritengo che l’attuale conflitto tra lo Stato sionista di Israele e la Striscia di Gaza abbia caratteristiche di carneficina e persino di genocidio dei palestinesi abbia rafforzato in Brasile questo passaggio. È noto da molto tempo che Benjamin Netanyahu è un sionista radicale di estrema destra che ha espresso il suo progetto di riportare l’Israele alle dimensioni che possedeva, al suo apice, ai tempi di Davide e Salomone. Da qui il suo sostegno senza riserve di espulsione e colonizzazione dei territori della Cisgiordania, con popolazione araba musulmana.

La teologia del dominio o il dominionismo è nata negli USA intorno agli anni ’70 in un contesto di ricostruzionismo cristiano calvinista. Come è noto, Calvino nel XVI secolo instaurò a Ginevra un governo religioso estremamente severo e violento, che prevedeva persino la pena di morte. Sarebbe un modello per il mondo intero.

Il dominionismo raggruppa varie tendenze cristiane fondamentaliste, tra cui gli integralisti cattolici che postulano una politica esclusivamente religiosa, con base biblica, da applicare a tutta l’umanità, escludendo ogni altra espressione, considerata falsa e quindi senza diritto di esistere. È l’ideologia totalizzante centrale per la destra cristiana nel campo della politica e dei costumi.

Vediamo qual è la base biblica fondamentale su cui poggia questa teologia. Si basa sul primo capitolo della Genesi. Esistono in realtà due versioni della Genesi della creazione. Ma viene utilizzata solo la prima che si riferisce direttamente al dominio. Ecco il testo?

«Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza affinché domini sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sugli animali domestici e su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio li creò, maschio e femmina li creò. E Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite e soggiogate la terra, sugli uccelli del cielo e su tutto ciò che vive e si muove sulla terra» (Genesi 1,26-29).

Questo testo, così com’è, legittima tutti i tipi di dominio ed è servito agli sviluppisti come argomento a sostegno del loro progetto di crescita illimitata.

Ciò nonostante, è stato letto in modo fondamentalista e letteralista, senza tenere conto che tra noi oggi e il racconto biblico ci sono almeno 3-4mila anni. Il significato delle parole cambia. Questi gruppi non considerano cosa significassero quando furono scritte migliaia di anni fa. Sveliamo il suo significato in ebraico. Vedremo che il testo, interpretato ermeneuticamente come deve essere, mostra l’errore della teologia del dominio. Essa rappresenta un delirio paranoico, irrealizzabile nel mondo plurale e globalizzato in cui ci troviamo.

Il testo va interpretato nell’ottica dell’affermazione dell’essere umano creato “a immagine e somiglianza di Dio”. Con questa espressione, in ebraico non si vuole definire che cosa sia l’essere umano (la sua natura); al contrario, si vuole determinare quello che, operativamente, dovrebbe fare. Come Dio ha tratto tutto dal nulla, così l’essere umano, creatore creato, deve portare avanti ciò che Dio ha creato con benevolenza: «Dio vide che tutto era buono» (Genesi 1,25). Il significato originario in ebraico di “immagine e somiglianza” (selem e demût) fa dell’essere umano il rappresentante e il luogotenente del Creatore.

Le espressioni “sottomettere” e “dominare” devono essere intese, semplicemente, come “coltivare e curare”. Ma entriamo nei dettagli. Per “dominare” usa la parola ebraica radash (Genesi 1,26) che significa governare proprio come il Creatore governa la sua creazione. Per “sottomettere” usa il termine ebraico kabash (Genesi 1,28), che significa comportarsi come un buon re, non dominatore, che guarda saggiamente i suoi sudditi.

Pertanto, il Salmo 8 loda Dio per aver creato gli esseri umani come re:

“Lo hai reso un po’ dedotto a un essere divino, lo hai coronato di gloria e di onore, gli hai dato il dominio (kabash) sulle opere delle tue mani, hai sottoposto (radah) ogni cosa ai suoi piedi; le pecore, tutto il bestiame e anche gli animali selvatici, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, tutto ciò che scorre verso il mare» (Salmo 8,6-9).

Qui, come nella Genesi 1, non c’è nulla di violenza e di dominio: dobbiamo agire come il Creatore che agisce con amore, al punto che Egli dice nel libro della Sapienza che «ha creato tutti gli esseri con amore e nessuno con odio altrimenti non avrebbe creato… perché Egli è l’appassionato amante della vita” (Sapienza 1,24.26). Qui scompare il fondamento di ogni teologia del dominio.

Esiste una seconda versione della Genesi (2,4-25) che diverge dalla prima, mai menzionata dai rappresentanti della teologia del dominio. In questa seconda, Dio ricava dalla polvere della terra tutti gli esseri, compresi gli esseri umani, stabilendo tra tutti un legame di profonda fraternità. Creò l’uomo che viveva nella solitudine. Gli diede, allora una donna, non perché procreasse, ma perché fosse sua compagna (Genesi 2,23). Li collocò nel Giardino dell’Eden, non per dominarlo ma per «coltivarlo e custodirlo» (2,15), usando le parole ebraiche abad per arare-coltivare e shamar per custodire o curare.

Questa comprensione che pone tutti gli esseri ricavati dalla stessa origine, dalla polvere della terra, e affidando alla coppia umana la missione di coltivare e custodire, fornirebbe un altro tipo di fondamento per la convivenza tra tutti gli esseri umani insieme agli altri esseri della natura. Qui non esiste alcuna base per il dominio, al contrario, lo nega a favore di una convivenza armoniosa tra tutti.

Questa analisi, basata sull’ebraico, è decisiva per mettere da parte un’interpretazione fuori dal tempo, fondamentalista, al servizio di un senso politico, totalitario ed escludente di dominio sui popoli e sulla Terra, come se fosse progetto di Dio. Niente di più distorto e falso. Per quanto il fondamentalismo e l’orientamento di estrema destra in politica crescano nel mondo, questa tendenza non offre le reali condizioni oggettive per prevalere e costituire un’unica forma religiosa di organizzare la politica di una e diversa umanità.

Leonardo Boff, professore di teologia sistematica con particolare attenzione alla teologia biblica. Vedere alcune fonti tra le tante: Aubrey Rose (org.) Judaism and Ecology, N.York 1992; Ronald A. Simkins, Criador e Criação: a natureza da mundividência do Antigo Israel, Vozes 1994 pp.158-160; James B.Martin-Schramm&Robert L.Stivers, Christian environmental Ethics, N.York 2003 esp. pp.102-104; von Rad, Das erste Buch Mose, Genesis, Göttingen 1967

Deixe um comentário